Kūṭiyāṭṭaṁ - L'Arte del Teatro tra l'India e la Grecia

Teatro indo greco "COSA POTREBBE INSEGNARCI IL DRAMMA SANSCRITO SULLA MUSICA E SULL'ACCOGLIENZA DEL PUBBLICO NEL TARDO DRAMMA GRECO" di N. Sultan  Traduzione a cura dell’Ass. Cult. Orchestés dall’originale in questo LINK  Blog con testi di proprietà intellettuale dell’Associazione Culturale Orchestés - Marialuisa Sales©. Tutti i Diritti Riservati. E' permessa la condivisione sui social. E' vietata l'importazione parziale o totale dei testi su altri siti o pubblicazioni cartacee.  In questo articolo illustro come la musica possa essere stata usata nel dramma greco di età tarda per produrre l’esperienza estetica adeguata (hēdonē di Aristotele) ad un pubblico eterogeneo, attraverso il confronto interculturale con la musica impiegata nel dramma sanscrito. La musica, il canto e la danza erano una parte essenziale e pervasiva sia del teatro greco antico che di quello indiano e operavano insieme per stimolare e compiacere  un pubblico vasto e misto (Gupt 1994: 274). Sia gli autori greci che quelli indiani di teatro e musica condividono l'idea che un'esibizione di successo porti tutti gli spettatori verso la virtù, il buon carattere e il godimento estetico appropriato.  Mi concentro su due forme di dramma indiano – il teatro-danza Kutiyattam e Kathakali del Kerala - ancora oggi rappresentate in India davanti a un pubblico misto. La chiave del successo di queste produzioni è il modo in cui combinano emozioni diverse attraverso la musica, la danza e il teatro per creare un "piacere estetico" rasa.  Inizio con la definizione di rasa, un concetto teorico chiave spiegato nel Nāṭyaśāstra, il trattato indiano sulla drammaturgia del IV sec. d.C. circa, attribuito a Bharata. Lo scopo di qualsiasi performance drammatica (nātya) dipende dal rasa, che Bharata descrive come la combinazione olistica di musica, danza e dramma ricevuta dal pubblico (Rangacharya 356-367; NS V 31-45). Una performance che combina emozioni diverse si traduce correttamente in rasa, che in tal modo "civilizza tutti i varna-s (caste)" (NS I 1-20).  Metto a confronto il concetto di rasa con il greco di mousikē come descrizione di un'esperienza estetica collettiva di musica, arte, poesia e danza, connessa al pensiero religioso e uguale a "Cultura" nel suo senso più ampio, in quanto l'intera comunità è coinvolta nella produzione e nell’accoglienza. Suggerisco che la spiegazione di Bharata del rasa possa plasmare la nostra comprensione dell'affermazione di Aristotele che mousikē conduce l'umanità verso aretē, ēthos e il vero hēdonē (Pol. 1339a11-1340b19).  Il teatro-danza Kutiyattam e Kathakali condividono elementi musicali chiave con il dramma greco. Entrambe le tradizioni drammatiche impiegano canzoni e musica strumentale per aumentare l'effetto del dramma; la musica e il metro erano usati in entrambi per trasmettere umore, carattere, genere, classe ed etnia; Intervalli, note e modi erano adatti alla parola e all'azione; melodie e ritmo sono stati composti in modi mimetici per adattarsi ai singoli personaggi e il pubblico si aspettava assoli elettrizzanti e musica complessa (Murray & Wilson 2004; Rowell 1992).  Nella poetica Aristotele si concentra sulla visuale (opsi), sulla trama e sul carattere della tragedia e non ha alcun interesse per la performance; tuttavia, afferma che il canto (melopoia) è la più grande delle componenti che creano piacere (hēdonē) (1450b16). In Politica aggiunge che i ritmi e le canzoni (melē) creano emozioni attraverso diversi harmoniai (sistemi modali). Il Nāṭyaśāstra tratta a lungo queste stesse preoccupazioni musicali come componenti integrali della drammaturgia. I modi musicali (harmoniai, raga), il ritmo (metro, tala) e gli strumenti (aulos, shenai), erano usati nelle tradizioni drammatiche sia greche che indiane per trasmettere non solo emozioni, ma anche differenze di genere, classe ed etnia (Baumer e Brandon 1981).  Pertanto, nonostante le differenze cronologiche, testuali e culturali che rendono problematico trarre conclusioni sulle pratiche greche da uno studio del dramma sanscrito, lo studio comparativo interculturale delle tradizioni viventi del Kathakali e del Kutiyattam, insieme all'evidenza testuale, può fornire una certa chiarezza su come gli aspetti musicali del dramma funzionassero nella pratica e informano ed espandono la nostra comprensione della ricezione del pubblico delle successive opere greche.  Blog con testi di proprietà intellettuale dell’Associazione Culturale Orchestés - Marialuisa Sales©. Tutti i Diritti Riservati

"COSA POTREBBE INSEGNARCI IL DRAMMA SANSCRITO SULLA MUSICA E SULL'ACCOGLIENZA DEL PUBBLICO NEL TARDO DRAMMA GRECO"

di N. Sultan

Traduzione a cura dell’Ass. Cult. Orchestés dall’originale in questo LINK

Blog con testi di proprietà intellettuale dell’Associazione Culturale Orchestés - Marialuisa Sales©. Tutti i Diritti Riservati. E' permessa la condivisione sui social. E' vietata l'importazione parziale o totale dei testi su altri siti o pubblicazioni cartacee.

In questo articolo illustro come la musica possa essere stata usata nel dramma greco di età tarda per produrre l’esperienza estetica adeguata (hēdonē di Aristotele) ad un pubblico eterogeneo, attraverso il confronto interculturale con la musica impiegata nel dramma sanscrito. La musica, il canto e la danza erano una parte essenziale e pervasiva sia del teatro greco antico che di quello indiano e operavano insieme per stimolare e compiacere  un pubblico vasto e misto (Gupt 1994: 274). Sia gli autori greci che quelli indiani di teatro e musica condividono l'idea che un'esibizione di successo porti tutti gli spettatori verso la virtù, il buon carattere e il godimento estetico appropriato.

Mi concentro su due forme di dramma indiano – il teatro-danza Kutiyattam e Kathakali del Kerala - ancora oggi rappresentate in India davanti a un pubblico misto. La chiave del successo di queste produzioni è il modo in cui combinano emozioni diverse attraverso la musica, la danza e il teatro per creare un "piacere estetico" rasa.

Inizio con la definizione di rasa, un concetto teorico chiave spiegato nel Nāṭyaśāstra, il trattato indiano sulla drammaturgia del IV sec. d.C. circa, attribuito a Bharata. Lo scopo di qualsiasi performance drammatica (nātya) dipende dal rasa, che Bharata descrive come la combinazione olistica di musica, danza e dramma ricevuta dal pubblico (Rangacharya 356-367; NS V 31-45). Una performance che combina emozioni diverse si traduce correttamente in rasa, che in tal modo "civilizza tutti i varna-s (caste)" (NS I 1-20).

Metto a confronto il concetto di rasa con il greco di mousikē come descrizione di un'esperienza estetica collettiva di musica, arte, poesia e danza, connessa al pensiero religioso e uguale a "Cultura" nel suo senso più ampio, in quanto l'intera comunità è coinvolta nella produzione e nell’accoglienza. Suggerisco che la spiegazione di Bharata del rasa possa plasmare la nostra comprensione dell'affermazione di Aristotele che mousikē conduce l'umanità verso aretē, ēthos e il vero hēdonē (Pol. 1339a11-1340b19).

Il teatro-danza Kutiyattam e Kathakali condividono elementi musicali chiave con il dramma greco. Entrambe le tradizioni drammatiche impiegano canzoni e musica strumentale per aumentare l'effetto del dramma; la musica e il metro erano usati in entrambi per trasmettere umore, carattere, genere, classe ed etnia; Intervalli, note e modi erano adatti alla parola e all'azione; melodie e ritmo sono stati composti in modi mimetici per adattarsi ai singoli personaggi e il pubblico si aspettava assoli elettrizzanti e musica complessa (Murray & Wilson 2004; Rowell 1992).

Nella poetica Aristotele si concentra sulla visuale (opsi), sulla trama e sul carattere della tragedia e non ha alcun interesse per la performance; tuttavia, afferma che il canto (melopoia) è la più grande delle componenti che creano piacere (hēdonē) (1450b16). In Politica aggiunge che i ritmi e le canzoni (melē) creano emozioni attraverso diversi harmoniai (sistemi modali). Il Nāṭyaśāstra tratta a lungo queste stesse preoccupazioni musicali come componenti integrali della drammaturgia. I modi musicali (harmoniai, raga), il ritmo (metro, tala) e gli strumenti (aulos, shenai), erano usati nelle tradizioni drammatiche sia greche che indiane per trasmettere non solo emozioni, ma anche differenze di genere, classe ed etnia (Baumer e Brandon 1981).

Pertanto, nonostante le differenze cronologiche, testuali e culturali che rendono problematico trarre conclusioni sulle pratiche greche da uno studio del dramma sanscrito, lo studio comparativo interculturale delle tradizioni viventi del Kathakali e del Kutiyattam, insieme all'evidenza testuale, può fornire una certa chiarezza su come gli aspetti musicali del dramma funzionassero nella pratica e informano ed espandono la nostra comprensione della ricezione del pubblico delle successive opere greche.

Blog con testi di proprietà intellettuale dell’Associazione Culturale Orchestés - Marialuisa Sales©. Tutti i Diritti Riservati


Teatro India Grecia "COSA POTREBBE INSEGNARCI IL DRAMMA SANSCRITO SULLA MUSICA E SULL'ACCOGLIENZA DEL PUBBLICO NEL TARDO DRAMMA GRECO" di N. Sultan  Traduzione a cura dell’Ass. Cult. Orchestés dall’originale in questo LINK  Blog con testi di proprietà intellettuale dell’Associazione Culturale Orchestés - Marialuisa Sales©. Tutti i Diritti Riservati. E' permessa la condivisione sui social. E' vietata l'importazione parziale o totale dei testi su altri siti o pubblicazioni cartacee.  In questo articolo illustro come la musica possa essere stata usata nel dramma greco di età tarda per produrre l’esperienza estetica adeguata (hēdonē di Aristotele) ad un pubblico eterogeneo, attraverso il confronto interculturale con la musica impiegata nel dramma sanscrito. La musica, il canto e la danza erano una parte essenziale e pervasiva sia del teatro greco antico che di quello indiano e operavano insieme per stimolare e compiacere  un pubblico vasto e misto (Gupt 1994: 274). Sia gli autori greci che quelli indiani di teatro e musica condividono l'idea che un'esibizione di successo porti tutti gli spettatori verso la virtù, il buon carattere e il godimento estetico appropriato.  Mi concentro su due forme di dramma indiano – il teatro-danza Kutiyattam e Kathakali del Kerala - ancora oggi rappresentate in India davanti a un pubblico misto. La chiave del successo di queste produzioni è il modo in cui combinano emozioni diverse attraverso la musica, la danza e il teatro per creare un "piacere estetico" rasa.  Inizio con la definizione di rasa, un concetto teorico chiave spiegato nel Nāṭyaśāstra, il trattato indiano sulla drammaturgia del IV sec. d.C. circa, attribuito a Bharata. Lo scopo di qualsiasi performance drammatica (nātya) dipende dal rasa, che Bharata descrive come la combinazione olistica di musica, danza e dramma ricevuta dal pubblico (Rangacharya 356-367; NS V 31-45). Una performance che combina emozioni diverse si traduce correttamente in rasa, che in tal modo "civilizza tutti i varna-s (caste)" (NS I 1-20).  Metto a confronto il concetto di rasa con il greco di mousikē come descrizione di un'esperienza estetica collettiva di musica, arte, poesia e danza, connessa al pensiero religioso e uguale a "Cultura" nel suo senso più ampio, in quanto l'intera comunità è coinvolta nella produzione e nell’accoglienza. Suggerisco che la spiegazione di Bharata del rasa possa plasmare la nostra comprensione dell'affermazione di Aristotele che mousikē conduce l'umanità verso aretē, ēthos e il vero hēdonē (Pol. 1339a11-1340b19).  Il teatro-danza Kutiyattam e Kathakali condividono elementi musicali chiave con il dramma greco. Entrambe le tradizioni drammatiche impiegano canzoni e musica strumentale per aumentare l'effetto del dramma; la musica e il metro erano usati in entrambi per trasmettere umore, carattere, genere, classe ed etnia; Intervalli, note e modi erano adatti alla parola e all'azione; melodie e ritmo sono stati composti in modi mimetici per adattarsi ai singoli personaggi e il pubblico si aspettava assoli elettrizzanti e musica complessa (Murray & Wilson 2004; Rowell 1992).  Nella poetica Aristotele si concentra sulla visuale (opsi), sulla trama e sul carattere della tragedia e non ha alcun interesse per la performance; tuttavia, afferma che il canto (melopoia) è la più grande delle componenti che creano piacere (hēdonē) (1450b16). In Politica aggiunge che i ritmi e le canzoni (melē) creano emozioni attraverso diversi harmoniai (sistemi modali). Il Nāṭyaśāstra tratta a lungo queste stesse preoccupazioni musicali come componenti integrali della drammaturgia. I modi musicali (harmoniai, raga), il ritmo (metro, tala) e gli strumenti (aulos, shenai), erano usati nelle tradizioni drammatiche sia greche che indiane per trasmettere non solo emozioni, ma anche differenze di genere, classe ed etnia (Baumer e Brandon 1981).  Pertanto, nonostante le differenze cronologiche, testuali e culturali che rendono problematico trarre conclusioni sulle pratiche greche da uno studio del dramma sanscrito, lo studio comparativo interculturale delle tradizioni viventi del Kathakali e del Kutiyattam, insieme all'evidenza testuale, può fornire una certa chiarezza su come gli aspetti musicali del dramma funzionassero nella pratica e informano ed espandono la nostra comprensione della ricezione del pubblico delle successive opere greche.  Blog con testi di proprietà intellettuale dell’Associazione Culturale Orchestés - Marialuisa Sales©. Tutti i Diritti Riservati

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